Pagina:Naufraghi in porto.djvu/249

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— Se io andassi là, ebbene, che accadrebbe? Un peccato, forse? Non sono io suo marito? Ma io non posso andarci. Macchè! Mi fa ridere zio Isidoro, il vecchio stupido. — Vattene! Vattene! Vattene! (Imitava la voce sonora del vecchio). — Vattene, altrimenti succede un guaio. Brontu Dejas vi potrebbe ammazzare perchè lui non va in chiesa e non perdona. Ebbene, e poi?

Tornò a canticchiare: il fruscio aspro delle foglie del fico accompagnava la sua voce vaga e monotona.

“Cando as a bider sa ua
“Chin fiore in gennargiu;
“Cando as a bider porcagiu
“Fattende casu porchinu... „1

Cambiò posizione, chiuse le palpebre pesanti; la sua testa dondolava alquanto sulla palma della mano che la sosteneva.

— Ebbene, e poi? — disse a voce alta. Spalancò gli occhi come spaventato dalla sua voce, li richiuse, parlò dolcemente fra sè: — No. Io non la vorrei più con me, come moglie. Per me, ella è una donna perduta: ella è stata con un altro uomo e come è stata con lui può tornare a star con me e può andare a star con altri. Ella è come Mattea: io le sputo entrambe in viso.

Riaprì gli occhi e sputò davvero, tanto era il disprezzo che in quel momento sentiva per

  1. «Quando vedrai la vite
    «Fiorita in gennaio
    «Quando vedrai il porcaro
    «Fare cacio porcino...»