Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/104

Da Wikisource.
90 addio!


— Un contadinello chiede di parlare alla signora contessa.

— Sarà per qualche soccorso, fatevi dire di che si tratta — io non ricevo nessuno.

Il domestico col quale avevo scambiato queste parole ritornò quasi subito dicendo che il contadinello insisteva per vedermi.

— Ebbene, che entri.

Era un ragazzo dalla faccia sveglia, curioso miscuglio di onestà e di furberia. Non sprecò molte parole; consegnommi un biglietto per parte di un signore e guizzò via come una freccia.

Il biglietto, leggermente profumato, coperto da una scritturina elegante e minuta diceva: «Lasciate che vi possa vedere un solo istante!» e poi una frase ardente, di quelle frasi che due persone appena devono leggere — l’uomo che le scrive e la donna cui sono dirette.

Dante espresse con due versi celebri questo pudore della passione che non vuole mostrarsi a tutti gli sguardi — sublime nel segreto, nella pubblicità ignobile:

Parlammo cosa che il tacer è bello
Come bello è il parlar colà dov’era.