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Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/69

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addio! 55


Fa duopo dirlo? — il nuovo segretario era lui.

Arrivato appena dalla Svizzera, inciampò nel preside della Società che volle sequestrarlo a totale beneficio della fiera e in surrogazione al vecchio elegante ammalato.

Sapeva il marchese che la dama destinatagli ero io? — o proprio il destino me lo gettava per la seconda volta nelle braccia?

Egli non me lo disse.

Pallido, composto, coi grandi occhi grigi velati dalle palpebre nere e con un mesto sorriso che cresceva l’incanto della sua bocca graziosissima, sedette presso a me nello spazio ristretto di un banco di chincaglierie: — nè parlò, nè io gli parlai per lungo tempo.

Aveva i capelli neri largamente ondulati rari sulla tempia; la fronte nobile, il profilo da cammeo antico, le labbra piccole ma virilmente risentite. Le pupille stranamente affascinanti, gettavano sprazzi di luce sulla fisonomia un po’ severa; e il sorriso, tra sarcastico e molle, tra provocante e malinconico, aggiungeva alimento al fuoco del mio cuore in tempesta.