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Pagina:Neera - Crevalcore, Treves, 1907.djvu/208

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gior vantaggio, io invece perdetti tutta la disinvoltura che mi rendeva così libera nelle umili spoglie della maestra d’italiano. E un’altra circostanza ancora veniva a crescere il mio impaccio; era questo il sentimento intimo di una complicazione nuova, qualche cosa dentro di me che mi avvertiva non trattarsi più di uno scherzo. Oh! no, mi sarebbe stato impossibile ridere.

La musica sonava allora alcune battute di walzer. Egli mi prese intorno alla vita e per pochi istanti ebbi il contatto immediato del suo cuore contro il mio. Fu un lampo, una vertigine! Riprendendo il passo misurato della contraddanza, forse in causa degli sguardi che erano tutti fissi su di noi, il principe tacque. La sua mano però stringeva la mia mano con una dolcezza che sembrava salire su su per il corso delle vene a letificarmi il sangue.

Io non avevo mai provato nulla di simile.

— Riposiamo un momento? — egli disse — osservi il mare che splendore!

Ci appoggiammo al parapetto di bordo e guardando lontano nell’infinito azzurro verdastro delle onde potemmo illuderci di es-