Pagina:Neera - Crevalcore, Treves, 1907.djvu/246

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Venne la bàlia e lo volle baciare anch’essa. Egli le mormorò piano all’orecchio:

— Prega per me.

— Prego sempre, figliolo.

— Più ancora.

— Lo farò.

— E.... prega per un’altra persona.

Quel tremulo soffio di voce gli morì in gola. La bàlia proruppe in uno scoppio di pianto.

— Andiamo, andiamo, — fece Giacomo Dena correndo giù dalla scala.

Renata, allontanando con un gesto la vecchierella, si affacciò al balcone per vederli partire.

— Hai l’astuccio? — gridò chinandosi sul parapetto.

I due uomini la rassicurarono entrambi con un gesto e sparvero subito all’angolo della via; prima Giacomo Dena, poi Meme che guardò ancora in alto a salutare la sorella.

In quell’istante decisivo, mentre si voltava l’ultima pagina del suo destino, Renata sentì il cuore che le si impietriva nel petto con una sensazione di freddo non mai provata.