Pagina:Neera - Crevalcore, Treves, 1907.djvu/263

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mare e con esso la luce. Sotto il fitto delle piante riccamente intrecciate, dove non penetrava raggio di luna, la carrozza procedette cautamente rischiarata appena dai propri fanali.

— Siamo giunti?

— Non ancora, ma quasi.

Un brivido passò nell’oscurità accanto ai tre uomini. Scarpitti si levò in piedi.

— Vedi qualche cosa? — domandò Giacomo Dena.

— Nulla. Ah! sì, là in fondo, un lume.... Deve essere una finestra della Villa.

— Una finestra appena?

— Che! — fece Scarpitti con ironia beffarda. — Ti aspettavi forse dei fuochi di Bengala?

Meme non parlò. Si compresse il cuore colla mano sbarrando le pupille nella notte nera.

Giunsero finalmente. Il rumore delle ruote sulla ghiaia li avvertì che la carrozza entrava nel viale di ingresso. Chi avesse visto in quel momento Giacomo Dena si sarebbe spaventato del colore terreo del suo viso.

Due fanali erano accesi dinanzi alla Villa;