Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/182

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sguardo una fila di boccali di forme differenti collocati sul cornicione alto di un cantonale, il cantonale verniciato di giallo dove egli andava da ragazzetto a trafugare lo zucchero.

Ogni tratto la madre insinuava una domanda sui suoi viaggi, sulla sua salute, se andava in società, se avesse fatto conoscenze nuove. Filippo rispondeva distratto, e la signora Cònsolo che se ne accorgeva variava le domande con una volubilità insolita stringendo i giri a mo’ del nibbio quando cala verso la preda, nella speranza di avvicinarsi alla di lui interna preoccupazione, dominata sempre dal timore di perdere la confidenza di suo figlio.

— L’ultimo là in fondo è fesso, — disse Filippo a un tratto.

— Sì, — rispose la madre alzando gli occhi — dovresti saperlo perchè sei stato tu, in una delle tue furie bellicose. Non ti ricordi di quel tempo quando vedevi dovunque nemici da combattere?

— Vasi di terra cotta, — soggiunse Filippo ridendo.

Piacque alla madre quel riso. Ella rivedeva il suo fanciullo, il bel fanciullo dalla