Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/244

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gie d’oro ballonzolanti sulla magrezza delle scapole facevano pensare ad una scimmia vestita per la fiera.

Ella ebbe per un istante l’impulso di raggiungere Filippo, ma una breve riflessione la consigliò di restare nell’ombra e così inavvertita seguì la coppia nel giro che fece intorno alla sala, perdendola di vista ogni tratto, ritrovandola, osservando con quale leziosaggine la ignota parlava a Filippo e come egli sorridesse compiaciuto. Una frase le giunse all’orecchio intera: “Ah! Cònsolo, come mi piacete! Troppo. Siete pericoloso!„ La risposta di Filippo le sfuggì.

In quel mentre Guido Pesaro che attraversava la sala con sua moglie si fermò per presentarla alla signora Cònsolo. Non furono che poche parole scambiate sul modulo consueto delle presentazioni: un complimento, un inchino, una stretta di mano. La signora Pesaro tuttavia fu gentilissima; più attempata del marito, già molto bella e rifatta con un’arte squisita, ebbe per Minna così giovane e così semplice un sorriso pieno d’indulgenza che Minna accolse con gratitudine.