Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/288

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Nella foga improvvisata il giovane non si era accorto del mutamento avvenuto sul volto di Minna, della fissità del suo sguardo e di una ruga profonda che la concentrazione sopra una visione interna veniva scavando sulla sua fronte.

— Lei non ha parlato di ciò a Filippo? — chiese a voce bassa, un po’ rôca.

— Ma le pare? Si potrebbe riderne se Filippo fosse un uomo allegro. Sul serio, me ne vergognerei. Non ci pensi, le ripeto. Molto probabilmente non si troverà neanche questa volta il collegio per Cònsolo, ma nè egli vorrà accorarsene, nè i suoi amici perderanno fede.

L’intrepida difesa di Stello passò come una dolce carezza fraterna sul cuore di Minna. Lui partito però il dubbio che le si era sollevato nella mente crebbe.

Avvicinando il contegno di Filippo alle visite di quello sconosciuto che fin dal primo momento le aveva ispirato una segreta ripulsione, e col ricordo di alcune frasi alle quali non aveva allora dato importanza ma che le si venivano schiarando a poco a poco, Minna credette di intravedere un corpo ben