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66 | il libro di mio figlio |
L’indulgenza non deve consistere nel modo di giudicare ma nel modo di concludere; e tutte le volte che il tuo giudizio non ti presenta un caso di malafede, di disonestà, di offesa ai sani principi della morale, sui quali non è possibile transigere e dove l’indulgenza sarebbe colpa, devi usare verso il prossimo quella misericordia di giudizio che è una specie di carità dell’animo.
La sottile divisione, la linea leggera che separa queste due indulgenze basta a renderle tanto differenti. Non vi è norma in proposito. La regola ci viene dettata al momento pratico dal nostro criterio, da quel senso morale che si potrebbe chiamare il sesto senso e per il quale chi ne è dotato, all’infuori d’ogni legge e d’ogni dogma in qualsiasi grado di cultura e di civiltà, riconosce subito il vero e dice con sicurezza: Questo è bene, questo è male.
Nature elette per cui sarebbe inutile scrivere qualsiasi trattato, perchè hanno in sè stesse il germe di tutte le cose belle, alle quali arrivano per naturale e spontaneo sviluppo.