Pagina:Neera - Il marito dell'amica.djvu/153

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come quella di un bambino, nel collo forte, nelle larghe spalle quadrate, nelle mani virili. E poi ricordava i violenti amplessi sulla scala buja, quei baci, quei fremiti che la seguivano tormentosi nella sua cameretta di vergine, che per lungo tempo aveva creduto fossero anche a lui le sole gioje concesse: e il sorriso scettico le saliva sulle labbra, ed era in quei momenti che essa poteva guardarlo colla freddezza sprezzante che lo faceva disperare.

Igiorni di Emanuele erano diventati un supplizio senza nome. Trascurava gli studi, gli amici, le solite occupazioni, gli affari. Girava per la casa come un maniaco, spiando Maria, aspettandola ore ed ore, inventando il modo di poterle toccare la mano o sfiorare, con un pretesto, i capelli.

Alla notte non dormiva, e se dormiva sognava di lei.

Cercò tutto quello che gli restava di memorie, un ritrattino, una ciocca di capelli, due o tre