Pagina:Neera - Il marito dell'amica.djvu/63

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— Sì... secondo...

— Precisamente come a mio marito. Credo che potreste andar d’accordo voi due.

Guardò i biglietti, ai quali andava unito il programma: Mendelssohn, Chopin, Liszt... e passando rapidamente, com’era suo costume, da una cosa all’altra:

— E il disegno? Una volta disegnavi. Te ne occupi ancora?

— Era una delle mie distrazioni nella seconda solitudine che trovai in America.

— Anche là? — chiese Sofia guardandola in fondo agli occhi. — Mi racconterai tutto, non è vero?

Si volse bruscamente verso Emanuele.

— È stata molto infelice, sai? E non lo meritava.

Questa volta fu Emanuele che arrossi.

Sofia era andata a prendere una cartella di disegni, dove stavano raccolti in artistico disordine foglie d’ornato, studi di nasi e di mani e qualche paesaggio alla matita.