Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/118

Da Wikisource.

— 110 —

pensiero segreto non solo, ma colla pietà ad assurgere nelle sfere più alte dell’altruismo, invocando sul suo capo la benedizione del cielo. Non altro. Ella non chiedeva altro a Dio che vederlo felice. In qual modo non voleva sapere.

Colla fine dell’autunno le venne a mancare anche la malinconica gioia di parlare di lui con Mariuccia. I signori Firmiani tornarono a Milano lasciandola come prima sola a custodia della Villa.


L’inverno fu triste. La botteguccia nella luce scialba dei tardi mattini appariva squallida e tetra. La porpora dei garofani non metteva più sul banco la sua nota trionfante, anche il bicchiere giallo del Reno era sparito; solo il gatto di ghisa restava immobile tra i due vasi delle caramelle e degli amaretti. Chiarina sedeva ancora sulla sua seggioletta di paglia a cucire od a far calze aspettando gli avventori, ma il rettangolo di sole non veniva più dinanzi al banco a segnarle l’ora e quando i bambini reduci dalla scuola irrompevano cogli zoccoli carichi di neve, scuotendo neve dappertutto, pestando piedi e mani per riscal-