Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/126

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rina seppe che erano andati tutti in montagna per ordine del medico e questa notizia la rese profondamente triste. La Villa così deserta colle persiane chiuse, colle camere mute, la riempiva di una nostalgia amara facendole rimpiangere i lieti autunni di un tempo e la presenza della vecchia signora Firmiani che tanto: sorriso di vita spargeva intorno a se. Come apparivano lontane quelle belle feste di S. Anna ove fin dal mattino tutta la casa era in piedi attiva e impaziente nei preparativi del gran pranzo; e poi la messa solenne nella chiesa piena di fiori e i dolci pomeriggi coll’arrivo degli invitati.

Quando la assalivavo queste memorie di giorni lieti che non tornerebbero mai più, di consuetudini spezzate, di persone care o morte od assenti, ella che era pure tanto giovine ancora si sentiva stanca di una esistenza dove tutto le mancava nel momento migliore, dove una cospirazione sorda di eventi le creava sempre il vuoto intorno.

Un po’ di conforto le veniva dalle visite serotine alla maestra. Le due giovani donne, sedute sotto i pioppi, senza farsi molte confidenze provavano quel soave acquietamento