Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/17

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getta aerea tutta piena di garofani morelloni che era una bellezza a vedersi, così staccata sul cielo, e con un ciuffo di glicine che saliva più alto ancora sino a lambire il tetto ricadendo in giù con una frangia di ramelline tenere tremolanti ad ogni soffio di vento. Le rondini dovevano amare quella casetta e stringervi intorno i loro giri di emigranti in cerca di nido; le farfalle dovevano correre a sciami su quei garofani dal profumo intenso con una gara di colori, forse non vinta, dinanzi alla cupa tinta passionale dei fiori di sangue.

In quell’ora del tramonto un velo d’oro ravvolgeva la casetta infiammando il vermiglio nuovo degli embrici, simili a un casco sotto a cui i rami spioventi delle glicine si coloravano di un pallido biondo di chioma disciolta e i muri candidi sembravano palpitare nell’ora prossima del riposo. Eppure la Morte era passata da poco tempo portando via l’anima della casa con un duplice colpo crudele.... Pensava a ciò la fanciulletta seduta sulla soglia, tra i due alti pioppi, fisso lo sguardo nella lontana vastità della pianura?

Erano morti insieme, Gianni il tessitore e sua moglie, la buona Maria, dopo di avere