Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/216

Da Wikisource.

ilia prendeva il largo per quartieri lontani essendosi oramai risaputo chi era e in qual conto dovevasi tenere il suo blasone e la sua vedovanza. Nè il calcolo era sbagliato, perchè sui dodici quartieri che formano Milano, ella poteva oramai suddividere il resto della sua vita sloggiando tutte le volte che se ne veniva a conoscere il principio e rifacendosi ad ogni anno, se non proprio una verginità, che sarebbe stato troppo difficile, almeno una firma di signora a modo.

Anche la Virginia era sparita fin dal giorno prima, leggera come un uccello, non avendo mobili da trasportare; di ciò si erano incaricati i suoi creditori.

— Che diresti — fu Giovanni a interrogare sua sorella, mentre poneva piede nel negozio — se facessimo anche noi il nostro trasloco oggi o domani?

— Noi traslocare?

— Non noi precisamente, ma quel mio letto tarlato che ti dà tanto sui nervi e quella tavola bianca piena di macchie... eh? Che diresti? Verranno presto a trovarci i signori Firmiani e con una bella ottomana nuova, un tavolino e quattro sedie sarà una stanzetta decente per accoglierli.