Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/220

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direbbe che hanno a casa una figlia moribonda?

Dal cantuccio in cui si era posta, Chiarina dominava l’ampio stanzone dei bevitori e per l’uscio aperto vedeva il banco della rivendita colla scansia piena di pacchi di sigari e di scatole di tabacco, terminanti con una piramide di bottiglie di liquori e di ciliege nello spirito. La moglie del tabaccaio, flemmatica e grassa, staccava con un fare da addormentata i francobolli che un ragazzetto era venuto a prendere e il tabaccaio piccolo, secco, con un porro sul naso, andava e veniva da un locale all’altro tenendo volentieri le mani in tasca ma pronto a levarle per servire un mezzo litro di nuovo.

Un gruppo di giovani operai fra cui erano due giovanissime operaie in gran toupet, perle false al collo e trine di cotone alle maniche, vociavano più degli altri.

— Quattro lire al giorno — gridava un bruno piccolo e tarchiato, dal collo vigoroso che usciva fuori dalla maglia di lana nera — come fa uno a vivere con quattro lire al giorno se, poniamo, ha sei figli da mantenere?

— E peggio ancora se ne ha sette — esclamò una voce alle sue spalle. Due o tre si voltarono, fra cui le giovanissime.