Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/232

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— Lei è della famiglia? — domandò la signora.

— No.

— Parente remota — Nemmeno. Sono appena una vicina.

La signora gonfiò il petto pieno di singulti:

— Buon cuore, buon cuore. — esclamò tutta commossa — Ce ne fossero tanti!

Da quel giorno Chiarina e madama Cauda furono amiche. Non si vedevano molto a dir vero perché il negozio assorbiva Chiarina, ma quando si incontravano si sorridevano a vicenda e Chiarina col volto di madama Cauda dinanzi agli occhi restava allegra per un po’ di tempo. Quel volto aveva la particolarità di un naso speciale, un piccolo naso rialzato con una punta così audace che si sarebbe aspettato da un momento all’altro di vedervi posar sopra un uccello; quando madama Cauda rideva il suo naso sembrava un campanelluzzo agitato dalla Follia, e quando era triste somigliava in modo straordinario alla coda di un cane rimasta per distrazione per aria nel momento di tirarsela fra le gambe.

Madama Cauda era piemontese, vedova da quindici anni dopo un matrimonio durato