Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/315

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Il profilo un po’ stanco del giovane perdevasi nel cantuccio d’ombra che egli aveva scelto, ma la glassa dei suoi capelli ancora vigorosa cadeva nel raggio di luna che attraversava la stanza. Chi gli avrebbe detto che accanto a lui, in quella stanza, su quella sedia di fronte, dove egli non vedeva e certo non guardava che una misera forma femminile, ardeva il più gran cuore che egli avesse mai incontrato, taceva dolorando da vent’anni un grande amore?

No, egli non doveva saperlo. Egli era, egli era il pellegrino che attraversa la vita senza posare mai, che trova i fiori e non li coglie, costeggia le fonti e non beve alle loro acque, porta faticosamente il suo fardello in mezzo ai rovi, in mezzo alle spine e mai lo scioglie, mai!

Quali si fossero i segreti sentimenti di Chiarina, ella non provava ora che una grande pietà per lui e insieme una gioia profonda nel pensare che anche lontano, oltre i monti, oltre i mari, quando egli si sarebbe creduto più che mai abbandonato e solo, il suo amore lo avrebbe difeso.

Partendo non si staccava nè dalla patria nè dalla famiglia, perchè ella ne avrebbe custodita