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l’eterna vicenda dell’uomo confitto alla terra e sorgente per mille aspirazioni, per mille ansie al cielo?

Un fascino straordinario trova Chiarina nell’argenteo tremolio delle giovani foglie. Il suo sguardo vi si perde, vi si tuffa come in un mare; una dolcezza grande la invade penetrandola di speranze indecise, ignote quanto è ignoto il fiotto di sangue che rinnova il palpito del cuore, eppure come esso calde di vitali umori.

Fitto mistero è per lei il futuro, ma lo guarda impavida, attraverso la calma che spandono intorno gli alberi amati, sentendo come essi sentono le forze della giovinezza inturgidirle le vene e zampillarle in fondo al cuore con un getto di polla ristoratrice.

Dovunque Chiarina tenda le braccia, nell’aria, nei prati digradanti, nell’orizzonte lontano, ella ritroverà i suoi morti. Il suo amore saprà trattenerli — realtà divina dell’anima — in quei luoghi dove i loro corpi passarono.

Così non pensa ma intuisce Chiarina nella grande luminosità del suo cuore semplice e per questo dono di grazia si conforta sul posto istesso del suo dolore. Un sentimento di di-