Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/48

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dormire presso di noi, per risparmiargli la spesa dell’alloggio; ma egli ama la sua libertà e parte da un falso amor proprio che gli fa rifiutare sdegnosamente i piccoli aiuti, salvo, s’intende, a pretendere i grandi. Nella mia qualità di tutore mi considera quasi come un nemico e parla del suo avere come se invece di una misera bicocca in tre possedesse da solo chi sa quali tenute. Pensa forse che io lo sfrutto.

— Giovannino fa bene.

— Sì, somiglia a sua sorella. Non sarà difficile metterlo a posto quando avrà compiuto i dodici anni.

— Ha un singolare ingegno pratico questo fanciullo — soggiunse con compiacenza la vecchia signora — ed è così ordinato che alla fine dell’anno scolastico rivende i suoi libri ai compagni che vengono dopo di lui quasi nuovi ancora.

— Sì, sì — completò il signor Firmiani: — il poco che facciamo per questi ragazzi è ben meritato.

Enzo sollevò allora gli occhi dal suo libro:

— Credi tu, babbo, che si riuscirà davvero un qualche giorno a scoprire la navigazione aerea?