Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/75

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gere era inutile. Per fortuna trovò in Giovannino un valido aiuto. Il ragazzo, poco sentimentale, vedeva sempre nelle cose il lato pratico. Diede anch’egli, siccome era buono di cuore, un tributo di rimpianto alla casetta dove erano morti i suoi genitori, dove egli stesso era nato, ma senza accorarsi eccessivamente. Il suo piccolo cervello teso all’avvenire non poteva arrestarsi all’ostacolo; l’ostacolo non era altro per lui che un passo più lungo da fare.

— «Giovannino è veramente un uomo» — scrisse la signora Firmiani a suo figlio, partecipandogli la decisione presa dal Municipio di acquistare la casetta del tessitore, e soggiungeva: «Puoi dire a Giuseppe che teniamo la sua parte a sua disposizione. Con questa potrà mettersi a posto un po’ meglio. Chi stenterà più di tutti a consolarsi è Chiarina».

Chiarina infatti non si consolava che per la forma, non volendo lasciarsi trascinare dalla disperazione come un legno morto alla deriva di un fiume; ma pure, guidando e incanalando quasi il dolore in un abito di decorosa mestizia, viveva con questo suo dolore nella comunanza immateriale che ci stringe alla