Pagina:Neera - Il romanzo della fortuna.djvu/90

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porre chi sa quale esperienza ed accarezzandogli i rudi capelli a spazzola soggiunse:

— Sono a tua disposizione; o piuttosto, non siamo noi insieme per la buona e per la cattiva sorte?

— Sì; ma il lascito della signora Firmiani è per farti la dote.

— Non ci pensare, — disse lesta Chiarina con un imbarazzo che suo fratello non avverti neppure, dissimulato come era nella continuità del sorriso — non ho nessuna intenzione di maritarmi. Io resterò sempre con te.

— Bene, questo si vedrà. Intanto, se ti domando cinquecento lire, è perchè sono sicuro di rendertele coll’interesse. Capirai, tu hai già guadagnato più di me...

— È stata la bontà della signora Firmiani.

— La bontà è una pianta che bisogna inaffiare anch’essa al pari delle altre. Ti dico che te la sei guadagnata e basta; io invece non ho ancora guadagnato tanto.

— Ma sei più giovane.

— Ma sono uomo.

La conseguenza di questo dialogo fu che al ritorno del suo primo viaggio Giovanni scaricò tanta di quella roba che per una set-