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Pagina:Neera - Il secolo galante, Milano, 1906.djvu/138

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132 la marchesa du deffant


l’altro ella scriveva rassegnata: «Depuis que je me suis mise à aimer des anglais mon humeur est devenue bien souple.» Certo Walpole, o per compassione come dissi, o per gratitudine, o per simpatia di ingegno, ebbe per la Du Deffant amicizia sincera, ma le smanie di lei e gli intempestivi ardori suscitandogli un segreto senso di ridicolo facevano da spegnitoio. Non poteva soffrire quelle attitudini sentimentali in una donna che aveva oramai settantanni, le metteva in burla, le commentava con feroce ironia, all'occorrenza la sgridava brutalmente. Il maschio, non domato dalle attrattive del sesso, sorgeva in tutta la sua violenza dominatrice. Lei, per contro, si faceva umile, sopportava tutto con amorosa pazienza, con quella devozione un po’ vile, così caratteristica nelle donne vecchie innamorate. Appena qualche volta, chi sa dopo quante lagrime segrete arrischiava un timido rimprovero: «En vérité, j’aurais grand tort de ne pas profiter de toutes vos lecons et de persister dans l'erreur de croire à l'amitié.» Vi persistette tuttavia fino all'ultimo giorno della sua vita sempre cercando nell’amicizia le vampate dell’amore.