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160 la signora geoffrin


certamente fu delitto l’assistere impassibile della marchesa di Tencin all’uccisione di uno de’ suoi amanti; e delitto anche maggiore l’abbandono che ella fece di un figlio avuto in una delle tante avventure galanti sui gradini di una chiesa, esposto a tutti i rigori di una notte d’inverno....1 È duopo dire che ella era abilissima a fingere. Quando Marmontel, lasciando la nativa provincia, venne a Parigi e le fu presentato, ne era quasi in estasi. Solo più tardi, ricredendosi, scrisse nelle sue memorie: «Non posso esprimere l’illusione in cui mi metteva la sua aria di semplicità e d’abbandono. Ah! quanta finezza di spirito, quale ingegno elastico e proteiforme si nascondeva nella sua apparente ingenuità. Rido ancora della dabbenaggine colla quale esclamavo lasciandola: Che buona donna!»

Vecchia, malaticcia, ritirata dalla Corte, nella impossibilità di darsi più nè agli uomini nè al diavolo, la marchesa riceveva ancora in un piccolo appartamento della via Sant’Onorato alcune persóne d’ingegno che ella sapeva intrattenere con

  1. D'Alembert.