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226 la signora d’épinay


Dolcemente si spense così la signora d’Épinay, circondata dalla figlia, dalla nipotina, dall’amico Grimm e da Mimì, la gaia Mimì, oramai vecchia anche essa, ma sempre gaia, sempre affettuosa, e sempre innamorata di Saint-Lambert. Nè lei nè la d’Épinay furono donne superiori, non ebbero eccezionale talento, nè eccezionale virtù, ma tennero, nell’ambiente intellettuale in cui le pose il destino, l’ufficio eminentemente femminile del calice di fiore che riceve la rugiada e la trasforma in bellezza ed in profumo.

Precorrendo di un secolo il sistema applicato all’elettricità, queste amabili donne facevano da accumulatore dell’ingegno, alimentandone l’intima essenza col segreto che le donne sole possiedono e che è la loro parte di genio.