Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/112

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— Addio, mio unico pensiero!

Lungo la strada incontrai molte fanciulle che si recavano ai lavori.

— Donne! mormorai guardandole con disprezzo. Donne plebee e volgari, materia appena animata. O Wilhelmine, spirito etereo, tu sola esisti per me!

Durante la settimana chiesi invano alla mia bella di concedermi una seconda conversazione al raggio delle stelle — ella resistette dolcemente, ma con fermezza. Le era venuto qualche scrupolo; il suo cuoricino ingenuo temeva di abbandonarsi troppo alla passione.

Pregai, piansi, promisi, ottenni.

Al giovedì ci trovammo ancora — splendeva la luna — ella teneva sui ginocchi Werther tradotto in italiano — ed io sdraiato a’ suoi piedi leggevo le pagine più sentimentali.

— Domenica vai ancora dalla tua amica? — le chiesi al sabato a sera.

— Sì.

— E verrò a prenderti?...

— No, mio bene; non sarebbe convenienza... due domeniche consecutive!

Ammirai il suo prudente riserbo, ma non potendo resistere all’idea di restare tante ore senza vederla meditai una graziosa sorpresa.