Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/136

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cher; dal di che avete cacciato il povero Hans la maledizione è piombata sulla vostra casa.

Nessuno udì per fortuna.

— Fatti coraggio — diceva dal canto suo la buona Gretchen — chi sa che non ritroviamo la pipa! e quanto al ragazzo...

— Non me ne parlare.

Elisabet soffocò un singhiozzo.

Era una bella giornata, ma il sole batteva indarno sui piccoli vetri della finestra facendo sbocciare i giacinti; la gioia aveva disertato da quella camera e l’antico impiantito di legno che scricchiolava sotto i piedi sembrava lagnarsi che un Goldbacher fosse così malinconico in un giorno di festa; proprio quando il piacere doveva illuminare la sua faccia rubiconda e spargere per tutti i pori quella calma soddisfazione che fa prosperare più che altri sotto il cielo il buon popolo tedesco.

— Vediamo, Elisabet, che cosa m’hai preparato? Cosa nascondi nel grembiule? — Il borgomastro fece queste domande per cacciare i pensieri fastidiosi.

La fanciulla si avanzò presentando un berretto greco ricamato in oro.

— Oh! oh! oh! Come deve star bene la mia