Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/198

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— Il giorno è arrivato, Clelia, in cui posso parlarvi d’amore. Ma prima ditelo, ditelo, mi amate?

I sette anni trascorsi si affacciarono alla mente di Clelia con tutti i sogni, i sospiri, le ansie, i desiderî, le lagrime di quell’infelicissimo amore, e cercò una parola che potesse esprimere tutto ciò — e non trovò la parola — e chinatasi tremante pose un bacio sulla fronte del Disertore.

Sette anni di sacrifici trovarono in quel bacio il loro compenso. Esso parve un battesimo pel Disertore che rialzò la testa sfavillante; un raggio di pura gioia gli brillava negli occhi.

— Grazie! — disse; ma lui non osò baciarla.

Seduti vicino, espansivi, confidenti come se avessero passata tutta la vita insieme, incominciarono a svolgere i loro progetti per l’avvenire.

Egli partiva. Andava ad unirsi alla giovane armata che preparava in Piemonte la grande riscossa. Sui campi dell’onore avrebbe guadagnato quel nome che il destino gli aveva negato alla culla e sotto la gloriosa divisa di soldato italiano sarebbe tornato a lei felice e redento.