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Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/205

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La navigazione riusciva tutt’altro che facile in quel lago improvvisato di cui si ignoravano i tradimenti; era d’uopo procedere a tentoni, scandagliando i fondi e puntando il remo sui tronchi d’albero che ingombravano il cammino.

Urania si divertiva immensamente. Spirito forte, amava il pericolo, e solo rammaricavasi perchè invece di quel bellimbusto di Romeo non l’avesse accompagnata il cugino. Lui era un uomo!

Senza fare sospetti temerari si può arrischiare la supposizione che il cugino la preoccupava molto. I modi soldateschi, le opinioni avanzate, i gusti marziali, i lunghi baffi e i tacchi sonori ornati di sproni l’avevano impressionata. Nel suo disprezzo per gli uomini effeminati era giunta perfino a farsi piacere le mani ruvide di suo cugino. Oh! con lui si sarebbe divertita — così...

Romeo, seduto a prora (ella era a poppa), sembrava prendere poco interesse alla scena pittoresca che lo circondava; il suo profilo delicato e freddo si staccava netto come un cammeo antico sullo specchio lucente dell’acqua; con una mano arricciava i baffi piccoli e biondi, l’altra pendeva fuori dalla barca. — Era insopportabile.

Urania voltò la testa dall’altra parte.

È certo — pensava — che costui non ha sangue