Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/265

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che l’uscio dei baffi sia rimasto defraudato della solita occhiata... queste cose non si dimenticano mai: aperse l’uscio della sua cameretta e per primo visitò il paiolo dell’acqua. Il fuoco era spento e l’acqua fredda.

Pazienza! Carolina si spogliò riflettendo che era appena mezzogiorno; con un poco di buona volontà sarebbe riuscita ancora a lavare la biancheria e sciorinarla al sole, al gaio sole che lasciava assai tardi la sua finestra.

Eccola dunque colle maniche rimboccate, col gonnellino tirato su a mezza gamba, in pianelle, eccola ad attizzare il fuoco, cantando, e ponendo ad ogni istante un dito nel paiolo per sentire se l’acqua si scaldava

Mancava poco, davvero, piccole bollicine apparivano alla superficie dell’acqua: Carolina non la toccava più col dito: aveva preso un pezzo di carta piegata in doppio e si disponeva a levare il paiolo

— Che è ciò? — Un timido squillo di campanello. — Capitano tutti oggi?

Tirò il catenaccio, spinse l’uscio, ma invece di tenerlo aperto lo rinchiuse precipitosamente.

— Ah! mio Dio, ah! mio Dio! — Giù in fretta la gonnella, giù le maniche...