Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/270

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— Oh! — fece l’altra guardandola col suo occhio esperto di vecchia mamma.

— Ma non gli avevo mai parlato! — si affrettò a soggiungere Carolina.

— Difatti. Quando mi sentii male, poco fa, mio figlio mi disse: «Vado a chiamare la nostra vicina, non la conosco, ma per un piacere non vorrà dir di no». Egli aveva letto la bontà nella vostra faccia, quelle volte che vi incontrò per caso sulle scale — sulle scale, nevvero?

La bonomia un po’ maliziosetta della vecchia turbava Carolina, la quale lasciava scorgere nei suoi sguardi smarriti come attraverso ad un limpido ruscello ogni pensiero della sua anima.

Per buona sorte sopraggiunsero i baffi castagni, e allora la fanciulla credette di poter ritornare al suo bucato; ma i baffi castagni erano di una curiosità incredibile — vollero sapere per filo e per segno come la signorina aveva guarita la mamma, cosa aveva fatto, cosa aveva detto e se la mamma on trovava veramente che era una fortuna per loro aversi accanto quella impareggiabile vicina.

La mamma confermò che le sembrava proprio una fortuna.

Soltanto dopo queste parole, Carolina potè ac-