Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/28

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— Oh! non mi occupa; anche lavorando penso a...

— Ebbene, cara fanciulla, perchè vi interrompete?

Le presi le belle mani candide:

— A chi pensate?

— Lo sapete bene! — rispose, tingendosi di un rosa vivo e tremando sotto la stretta della mia mano.

— Cara, cara!

Non potevo dirle altro; cioè, avrei potuto benissimo, solamente a lasciar parlare intero il mio cuore; ma davanti a quel pudore ombroso mi sentivo timido anch’io; i desiderî più cocenti sotto i suoi occhi si vestivano di verecondia.

Osai, nondimeno, baciarle le mani.

— Oh! Roberto, lasciatemi.

Non ne feci nulla. Ella aveva il polso più delicato che si possa imaginare, morbido, con una adorabile pozzetta dove incomincia il palmo della mano; la mia bocca l’aveva scoperta e le apparteneva per diritto di conquista. Insensibilmente l’ebbrezza mi saliva al cervello; di seduto che ero scivolai ai suoi ginocchi; la mano non mi bastava più; la cinsi colle mie braccia e la baciai sugli occhi bellissimi.

Un grido acuto mi svegliò dall’estasi. Elisa gia-