Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/39

Da Wikisource.

— 29 —


Nora si buttò svogliata sul divano.

Era un divano molto largo, antico, coperto di seta pavonazza a fiorami gialli, coi cuscini ornati di nappe pesanti. La figura giovanile di lei vi faceva un contrasto simpatico, stesa in un molle abbandono, privo d’arte ma non di grazia. Credendosi sola colla sorella non aveva studiato le sue solite pose di donna che la rendevano un po’ ridicola e non posando, singolare a dirsi, era più donna che mai. La morbidezza delicata del suo busto aveva un palpito sensuale, come di persona che i desideri avvampano; il suo collo bianco e pieno si piegava indietro tra le ciocche brune dei capelli quasi per respirare nell’aria la voluttà di un bacio. C’era un dolore profondo, un vero dolore sotto le sue palpebre socchiuse, attraverso le quali gli occhi nuotavano in misteriosi languori.

Mi faceva, a guardarla, un effetto nuovo. Non l’avevo mai vista così; la trovai interessante in sommo grado, per la prima volta ne sentii compassione.

— Elisa!

La sorella, chiamata dolcemente, corse a lei.