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posto una roccia poetica e solitaria dell’Ercinia, e in una deliziosa vallicella presso Chamounix crescerà ancora, ai venti dei nord, un eliotropio che abbiamo piantato insieme, simbolo del nostro amore?
Il viaggio del ritorno fu dolce, di una dolcezza diversa.
Si stava per riabbracciare i nostri cari. Elisa aveva sempre sulle labbra la mamma e Nora. Quale vedrebbe prima? Che accoglienza le preparava la piccola zingarella fantastica?
Per parte mia non mi sentivo tranquillo.
Un presentimento no, nemmeno un sospetto: ma un’ombra tuttavia, un cruccio insistente, un malessere mi dominava.
Capivo che la cosa non era finita. Mio malgrado mi appariva nel futuro una minaccia ignota; temevo per Elisa, temevo per Nora... Oh! sventura ch’io non potessi formare la felicità dell’una senza distruggere quella dell’altra!
Ci aspettavano alla villa. Lettere e telegrammi si erano incrociati per una settimana, facendosi interpreti delle nostre impazienze. Credevamo di trovare qualcuno che ci venisse incontro fuori del cancello.
Elisa sporse con impazienza la testa dalla carrozza: