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Pagina:Neera - L'amuleto.djvu/138

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l'amuleto 133


scivolai fuori dal letto, riaccesi il lume, tornai nel salotto. Là mi fermai immobile. Quello era il posto, quella l’ora. La medesima sedia sulla quale ero stata seduta quando Egli mi si inginocchiò davanti era ancora vicino alla tavola, un po’ di traverso, come aspettando. Che ansia mi prese nel rifare a memoria il piccolo colpo che mi era parso di udire contro i vetri.... Non osai aprirli, non osai! Mi posi sulla sedia e mi sembrò che ardesse. Una allucinazione strana mi faceva sentire il calore del suo respiro, la sua testa appoggiata a’ miei ginocchi, le sue mani alzate a implorarmi — e non era più una sensazione di spavento, era una sensazione di ebbrezza.... Dio! Dio! ma dunque lo amavo!

Quale nuovo abisso di pensieri e di dolore! Mi chiusi la fronte coll’istintivo bisogno di sfuggire a tutto quello che mi circondava, a me stessa se avessi potuto. Pensare non era più possibile; nessuna idea, nessun con-