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l'amuleto 47


La mia salute molto delicata (uno dei pretesti che egli accampava per non condurmi in città) mi fece quasi trovare una felicità in quello stato di rinuncia e mi ero fossilizzata così senza rimpianti e senza desiderî. Mio figlio e i due vecchi domestici formavano tutta la mia famiglia. Quante sere d’inverno ho passate con Alessio addormentato in grembo e l’Orsola che mi raccontava per la centesima volta le nozze de’ miei genitori! Anche Pietro mi ridiceva gli aneddoti del tempo passato; uno de’ suoi favoriti era quello dei miei cinque anni, quando egli mi aveva persuasa che si prendono i passeri ponendo loro un granello di sale sulla coda ed io uscivo in giardino colle tasche piene di sale. E rideva, rideva ancora il buon uomo!

Dicendo a mio cugino che vicino a noi non c’era nessuno avevo dimenticato le due figlie del defunto dottore, zitelle di quarant’anni che non essendosi mai allontanate l’una dall’altra ve-