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questo fatto, che pure in genere conosceva, la ripiombava nelle sue amare riflessioni, nei suoi eterni dubbi. Come potrebbe egli intenderla, se ella non riusciva a intender lui?

Messe l’una sopra l’altra, le lettere d’Elvira formavano un piccolo pacco.

La prima, l’unica che avesse una mezza data, era questa:

I.

22 febbraio.

Gentile signore o amico mio? Amico mio è più dolce, il mio cuore lo suggerisce subito e la mia penna lo scrive ben volontieri. Ma è poi vero? Siete, sarete voi il mio amico per sempre? Sono così turbata, così commossa che non oso dirvi tutto quello che sento. Forse faccio male ad amarvi, ma Dio mi è testimonio che sono sincera e credo voi pure animato dagli stessi miei sentimenti. Ditemelo, ditemelo!

Elvira.