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I.
C’è un fiume che scendendo giù dalle Alpi diritto per le pianure lombarde, accarezza con singolare amore i confini della provincia bergamasca, e scorrendo sempre ridente e calmo fra le rive basse tappezzate di verde, giunge ad un punto, dove piega bruscamente correndo verso l’est.
In quest’angolo, che il fiumicello disegna attraverso le opulenti campagne, come braccio d’amante stretto intorno alla sua bella, sorge nel silenzio grave della pianura un grosso borgo, che fu altre volte castello cinto di mura e di fossati, ma che dilaniato dalle guerre coi vicini, distrutto più volte, posto a ruba dalle soldatesche straniere, sventrato dalla fame e dalle pestilenze, non serba più alcuna traccia della sua vita belligera — e caduto nella confortata rassegnazione di un benessere materiale, serba solo come memoria de-