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324 arte antica


Passarono quindici giorni.

Il novembre cupo e nebbioso sprofondava i monti in un velo funebre, mettendo sul lago luccicori smorti di stagno. Poche foglie giallastre pendevano dagli alberi tenerelli, mentre i vecchi abeti e le quercie robuste resistevano nei loro toni freddi d’inchiostro.

Nel salotto del marchese crescevano le penombre intorno ai mobili intarsiati, fra le pieghe delle stoffe impallidite, sull’oro antico dei cornicioni. Solo alla sera, quando Giacomo accendeva la lucerna, uno sprazzo di luce irradiava in pieno il quadro dello Zuccarelli e, nel circolo luminoso, scintillava qua e là un pezzo di cornice, un’anfora, il fianco facettato di un ve-