Pagina:Neera - La sottana del Diavolo, Milano, Treves, 1912.djvu/281

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nasio dove se il giovane Napoleone non fece straordinari progressi, ebbe il compenso di potersi paragonare al suo grande omonimo per la frequenza delle macchie d’inchiostro sui quaderni.

Spinte sponte tuttavia il ginnasio fu superato e quasi quasi anche il liceo, quando accadde a Napoleone una cosa naturalissima per sè stessa, ma che, date le circostanze di tempo e di luogo, doveva recare molti fastidi a lui ed alla famiglia.

Aveva diciotto anni, due belli occhi neri, una nascente peluria sul labbro color del melograno e leggeva Byron che incominciava ad essere alla moda in Italia. Tutte queste circostanze concomitanti lo condussero a innamorarsi e ad innamorare fortemente di sè una fanciulla intraveduta attraverso il cancello dell’orto di un convento, ai piedi della quale fece cadere, ravvolto intorno a un sasso, un foglio dove erano trascritti i brani più ardenti del Giaurro.

Fu come dar fuoco a un pagliaio. La ragazza rispose, furono fissati i convegni, le lettere e le proteste d’amore si moltiplicarono a guisa dei pani e dei pesci della cena evangelica; ma appunto similmente accade coi cibi che mangiando cresce l’appetito, i due colombi a