Pagina:Neera - La sottana del Diavolo, Milano, Treves, 1912.djvu/42

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36 viaggio di istruzione


sul volto dello sconosciuto; la sua tasca, quella tasca che aveva già dato il tono alla sua voce e che andava ora palpando malinconicamente modificò d’un tratto i guizzi lieti della sua fisionomia. Depose il volume sul banco mormorando:

— Ci penserò.

La sua voce era umile, scorata, mentre a passi incerti si avviava fuori della soglia.

Filarete non fece che un salto. Lo afferrò per la manica del nero pastrano e con voce ancora più umile, ancora più scorata, gli pose nelle mani il suo romanzo sospirando lieve:

— Lo accetti, la prego, lo accetti in omaggio.... Sono l’autore.