Pagina:Neera - Le idee di una donna, Milano, Libreria Editrice Nazionale, 1904.djvu/80

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me esposta nel capitolo precedente, ripeto che l’uomo genio creatore, quanto più ha creato in opere, tanto meno trasmette al figlio, per naturale legge di equilibrio della quale ognuno può cercare da sè antichi e recenti esempi. La parte della trasmissione è invece affidata alla donna che, a sua volta tanto più trasmetterà d’ingegno quanto meno ne avrà impiegato. È dunque desiderabile che la donna abbia ingegno, e molto, ma nello stesso modo che le Vestali avevano il fuoco; per custodirlo e conservarlo all’altare: ogni lavoro intellettuale della donna è un furto all’uomo futuro.

Nè serve l’obbiezione che quando il capolavoro c’è, importa poco che sia opera maschile o femminile; perchè davanti a due capolavori, l’uno maschile e l’altro femminile, il maschile avrà sempre la forza del suo sesso in più. Dunque la donna che avendo ingegno superiore non lo trasmette qual sacro deposito sacramente custodito al figlio che solo potrà farlo rifulgere nella