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Pagina:Neera - Senio, Galli, 1892.djvu/149

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«Son già nove mesi che mamma è morta ed ora so bene che non c’è più nessuno che mi ami. Qui almeno mi pare di essere amata dai muri, dai vecchi mobili che mi han vista nascere, dagli alberi e dai viali dove giocai bambina felice.

«Oggi, mentre il treno correva in un deserto di neve, io pensavo che pur sotto quella neve le povere case sparse nella campagna accoglievano l’unione dei cuori. C’erano laggiù in fondo alla valle, su per i monti, dappertutto, delle madri, dei mariti, dei bimbi; intorno ai focolari accesi le mani si intrecciavano. Solo a me tutto manca. Ho ventotto anni e la mia vita è finita; non ho amato ancora e non potrò amare mai.»

«26 febbraio. Ah! la neve, la neve di ieri non cadeva tutta su focolari accesi. Ho un fratello nel mio dolore, un uomo che piange solo, a ventott’anni anch’esso, la rovina della sua vita. Povero Mordini, povero amico! Posso