Pagina:Neera - Senio, Galli, 1892.djvu/304

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la mano di Dio è esente dal fallire e una scrittrice, per quanto valente, per quanto ottima, non è mai perfetta. E dovrò io avere il coraggio di svelarne le pecche? Bisogna essere generosi con tutti e col sesso femminile principalmente; bisogna quindi chiudere un occhio sulle sue debolezze, altrimenti si corre rischio di essere chiamati screanzati. E se poi dovessi invece farne rimarcare esclusivamente i pregi? Oh! allora, non v’ha dubbio, sarei giudicato da tutti per un adulatore, per uno dei soliti ciechi ammiratori dell’eterno femminino.

Come si vede, il povero critico generalmente si trova a un bivio fatale allorchè deve dare il suo giudizio sul libro di una donna e pochi sono quelli che veramente si armano di coraggio e scrivono spassionatamente il loro giudizio senza veli nè scrupoli di sorta.

E si hanno questi fastidi sempre, sia che si tratti di una nuova scrittrice la quale per la prima volta si presenta al pubblico, sia che invece si abbia dinanzi un nome che siasi già acquistato un bel posto nella letteratura, ad un nome che siasi, dirò così, imposto alla critica. Perchè nel primo caso bisogna pronunziarsi e si va a rischio di essere in contraddizione con la maggior parte degli altri critici; nel secondo caso bisogna invece vincere quella specie di suggezione in cui trovasi generalmente un povero bibliografo oscuro benché uomo, al cospetto di una scrittrice valente e conosciuta benchè donna.