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— Bada a non cadere, tu.
Senio alzò il braccio e glie lo accostò alla vita come se temesse proprio ch’ella dovesse cadere.
— No, no, non casco — esclamò Dina ridendo e tornando ad arrossire.
Un alberello di melo protendeva sopra lei i rami ancor nudi di foglie, ma già ornati di piccoli fiorellini bianchi i cui petali, staccandosi sotto le carezze brusche del vento, venivano a cadere sulle spalle e sui ginocchi della fanciulla. Ella fece un movimento per gettarli via.
— Lascia! — implorò Senio, con la matita sospesa, affascinato dalla fresca visione.
Stettero così a guardarsi, inconsapevolmente, per un certo tempo.
— E il ritratto non lo fai?
— No, non mi riesce.
— Che peccato!
— Sarà per un’altra volta.