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con la sua dolcezza conciliativa, con quella serenità che gli creava tante simpatie.
— È giusto. Qui non hai nulla da fare; il mondo e la vita ti aspettano, va’! Noi ripiglieremo la nostra vita, che è quella di parlare sempre di te, di aspettare e di leggere le tue lettere, di prepararti le calze...
— Un po’ monotona! — esclamò Senio ridendo.
— Oh! quando si vuol bene...
— Anche Orsola mi vuol bene?
— Sì. E la piccina pure. Quando lavoro alle tue calze e ai tuoi fazzoletti, ci vuole sempre mettere qualche punto di suo.
Senio ricadde nel silenzio. Più tardi, già ritirato nella sua camera, stentava a coricarsi, preso da una smania, da un’inquietudine che rassomigliava ad un malessere. Accese il sigaro e si pose alla finestra.
La chiara notte primaverile raggiava di una miriade di stelle. Egli non era poeta, non