Pagina:Neera - Teresa.djvu/176

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Che ne aveva fatto de’ suoi buoni principii, de’ suoi voti di purezza?

Si ricordò certi discorsi uditi, che per perdere una donna basta un minuto; che l'onore delle fanciulle si appanna, come il cristallo, ad un soffio; e tornò a tremare, sbigottita, alterata in viso per modo che sua madre la indusse a muoversi, a prendere qualche cosa.

— È il tempo, — disse il signor Caccia — con questa umidità continua, non si può star bene —. Teresina ringraziò Iddio che suo padre non avesse alcun sospetto.

L'orologio segnava sette ore. Il signor Caccia si alzò dignitosamente; andava a prendere la sua porzione di politica al caffè di piazza.

Le donne rimaste sole, si raccolsero in gruppo attorno alla lucerna.

— Figlie mie, vi prego, state tranquille; ho la testa che mi vuol scoppiare.

— Che si farà tutta sera?

— La pretora non viene?

— No, ha dei forestieri.

— Giuochiamo a tombola.

— Io proprio, non ne ho voglia.

Questa dichiarazione era di Teresa.

— Sì, sì, a tombola!

— A tombola!

Le gemelle si ostinavano. L’Ida, per giuocare coi fagioli, voleva anche lei la tombola.