Pagina:Neera - Teresa.djvu/243

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Incominciava a nevicare. Dal cielo tutto bigio cadevano le falde bianchissime, non molto larghe, fitte, quasi pungenti.

— Dio che brutta giornata!

— A casa ci riscalderemo.

Teresina scosse la testa, quasi fosse persuasa di non potersi riscaldare mai piú. Aveva freddo nell'anima; sentiva una tristezza invincibile, sempre crescente, come un veleno che le circolasse a poco a poco nel sangue.

“Che farà egli ora? Penserà a me? Sarà triste come me?”, così sospirava colla bocca soffocata nel velo, oppressa da un irresistibile bisogno d’amore.

All’imboccatura della via di San Francesco trovarono il procaccio Egli aveva una lettera per Teresina.

— Allegra — esclamò la pretora. — Ora non avrai piú freddo.

Le due amiche si lasciarono senza quasi salutarsi; l’una correva a vedere i suoi bambini, l’altra a leggere la lettera.

“Non ti ho scritto prima, ma credi senza colpa. Appena giunto mi trovai ingolfato in un ginepraio d’affari e di divertimenti, di piaceri e di seccature che non mi lasciarono un momento libero. Non hai idea della vita giornalistica, come non puoi averla di Milano. Ho già fatto una quantità di conoscenze; ho trovato dei compatrioti, degli amici, dei compagni d’università. Tutte le sere vado a