Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
sentiva ripugnanza a indossarlo; le pareva di esser troppo vecchia, troppo brutta e stuonava troppo coi suoi pensieri.
Poche ore prima la prese tanta voglia di piangere, che espresse il desiderio di rimanere a casa.
Il signor Caccia disse che, rimanendo lei, dovevano privarsi del divertimento anche le sorelle.
Teresina allora acconsentì, soffocando un sospiro.
Non era piú andata a teatro dalla sera in cui aveva udito Rigoletto, e, tornandole a memoria le impressioni di quell’opera, si sentì stringere il cuore. Le cantava dentro: “Tutte le feste al tempio”, pensava a Orlandi...
Varcò la soglia del teatro colle lagrime agli occhi.
Seduta in palco dietro le gemelle — non aveva voluto mettersi al parapetto — aveva ancora la mente occupata di Orlandi.
Che farebbe ora? Forse si divertiva a Parma; forse era a Milano, alla Scala, battendo le mani a quella prima donna così bella. Si ricordava di lei? Si era già consolato? In due mesi non le aveva dato neppure segno di vita.
— Guarda quelle ragazze colle braccia nude; sono le Ridolfi. Il loro padre ha comperato la casa della Calliope. Diventeranno nostre vicine.
— Don Giovanni le contempla col cannocchiale.
— Può contemplarle a suo agio; non dà piú ombra a nessuno. Mi pare impossibile che egli